Il direttivo dello Juventus Club Palermo “Claudio Marchisio” si è recato a Santa Lucia del Mela dove è stato ospitato Michel Platini.
da six a dx Luigi Gueci, Giuseppe Lo Gelfo, Roberto Cacciabaudo, Roberto Renda, il presidente Matteo Miranda, a Santa Lucia del Mela con ospite Michel Platini-
No, non è il palazzetto delle Atp dove negli stessi istanti sta trionfando Sinner, ma vibra di emozioni sportive simili quello di Santa Lucia del Mela, un piccolo comune siciliano appena sopra Milazzo. Anche perché nell’impianto dedicato a Paolo Rossi c’è un altro numero uno assoluto dello sport mondiale, Michel Platini. Settecento persone tifano come se fosse una finale, cantano cori antichi, si emozionano e finiscono per emozionare pure lui, che ha sempre difeso il suo lato sentimentale sotto lo scudo della cinica ironia. Uno scudo che si è crepato, chissà se per l’età o per il calore di tifosi che non hanno dimenticato e non dimenticheranno mai il numero dieci più dieci che ci sia mai stato. E se settecento persone, in un piccolo paesino della Sicilia, si accalcano in un palazzetto per sentire parlare un giocatore che era grande quarant’anni fa c’è qualcosa su cui riflettere e una domanda che frulla maliziosa: fra quarant’anni quale giocatore di oggi può far battere ancora i cuori dei tifosi e raggrupparne così tanti, anche solo per sentire dalla sua voce le storie, i gol, le battute? Ognuno si può rispondere come vuole, Platini intanto ride e un pochino si emoziona. “Vorrei, prima di tutto, incontri bacheca csm a cui è dedicato il Club di Santa Lucia e Paolo Rossi”.
Platini e l’Avvocato con la A maiuscola
Ma Michel parte dall’inizio, dal suo arrivo a Torino. Era il 1982: “Fino a quel momento avevo perso tutto quello che si poteva perdere nella carriera di un giocatore. Poi sono arrivato alla Juve, abbiamo perso lo scudetto, la Coppa dei Campioni ad Atene, ma abbiamo vinto la Coppa Italia. Da quel momento ho vinto tutto quello che poteva vincere un giocatore… la vita è così, è fatta di svolte”. Per esempio una firma con la Juventus: “Chiuse le pratiche del contratto, brindiamo e Boniperti mi dice vieni, ti passo l’Avvocato. E io dico: avvocato? Come me lo passi, è qui con me, è lui che mi aiutato a firmare il contratto. E lui: ma no, Michel! Cosa dici? Non quell’avvocato, l’Avvocato, con la A maiuscola…”